Adrian pugno d'acciaio

 C'eravamo lasciati nove mesi fa, quando eri così magro e pesavi poco più di 60 kg. Quella maglia numero 10 improvvisamente era diventata extra large. La depressione dietro l'angolo, una proprietà che prendeva le distanze, compagnie defilate e niente più feste e birre a casa di Cesare Natali. Poi la svolta. Sveglia prima dell'alba, quattro uova frullate rabbiosamente, ingoiate davanti allo specchio, rutto di leone ferito, e via nel pollaio dell'oratorio ad acchiappare galline in fuga, e via a correre sui lungarni alle 7 di mattina schivando americani ubriachi, e via a pedalare sulle salite di greve con sacchi di patate sulle spalle, e via a fare vasche con le gambe legate, e via a tirare pugni sulle carcasse di macelleria, e via a leggere Osho a lume di candela per ritrovare fiducia. Dopo nove mesi gli occhi della tigre sono tornati, le proteine hanno ripreso a macinare nei muscoli, i piedi hanno solo voglia di bucare palloni, e vincere la sfida contro quei panciuti aziendalisti che troppo presto ti davano per finito. Il fenomeno è tornato: alluce di cristallo Jovetic può ancora aspettare.

P.s se stasera a casa di lapo adrian segna si spenge la luce e scatta un po' di bunga bunga sul lollo bamba